Si, si, lo so. Che barba che noia.
Ma ogni tanto, oltre alle storie di vita vera, bisogna anche che ti racconto qualcosina di pratico, sempre a modo mio. Ovvio.
Quindi affrontiamo il contratto di locazione, oggi, da un punto di vista generale e nelle prossime puntate qualche dato più utile e pratico.
Allora partiamo subito con
COSA E’ UN CONTRATTO DI LOCAZIONE
E’ contratto con il quale una parte (il locatore, il proprietario o l’usufrutturario) si obbliga a permettere a un altro soggetto (conduttore o locatario o inquilino) l’utilizzo di una cosa per un dato tempo in cambio di un determinato corrispettivo (la “pigione” o “canone”).
Riassumo: io proprietario dò la casa a te inquilino per 4 anni a fronte di tot euro al mese.
E fino a qui nulla di particolare o difficile.
Ma come deve essere questo contratto?
Un contratto di locazione deve
- essere scritto (quindi a voce non è valido!)
- essere redatto su carta da bollo
Anche qui nulla di difficile, vero?
Se non che molti assolutamente non sanno che cosa sia la carta uso bollo!
Qui puoi scaricare un documento di WORD DOCUMENTO WORD USO BOLLO
Si tratta di un formato A4, già con le righe, che spesso utilizzo per comodità e per evitare contestazioni.
Ma qui vi spiego un paio o poco più di curiosità.
La carta uso bollo è detta anche carta legale. Nasce dal DPR 642 del 1972 ed è ancora valido.
E’ una carta simile al foglio protocollo, con la filigrana e dei margini speciali contenente 100 righe totali, per cui 25 righe ogni facciata.
Nell’era del PC questa carta viene difficlmente usata ma se ne sono mantenute le forme.
Questa cosa serve principalmente per il calcolo dell’imposta di bollo. Di fatto si paga il bollo ogni 100 righe o 4 facciate.
Il testo viene inserito fra le righe verticali.
E’ necessario scrivere sin dalla prima riga e NON vanno mai lasciate righe vuote.
Le voci come CHIEDE, DISPONGONO, CONVENGONO, DICHIARA e similari vanno inserite al centro della riga.
La data viene inserita alla fine del documento, prima della firma e a sinistra del foglio.
La firma viene subito dopo la data, possibilmente a destra, e chiude e sigilla il documento
IL COLORE DELLA PENNA
Fatto salvo che il rosso nei documenti ufficiali non va mai usato, di norma i colori più usati sono il nero e il blu.
Più di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate mi ha detto di usare la biro blu, così si comprende meglio che è un originale. Molti altri la biro nera.
Evitimo comunque il colore rosso.